Prevedere o guadagnare ?

 

 

Spesso leggiamo sui giornali (su internet) o ascoltiamo in TV previsioni sui mercati finanziari. Sono attendibili? A mio parere, anche se alla fine risultano azzeccate, no!
Mi chiedo: ma se non si riesce neanche ad pronosticare il risultato di una partita di calcio in cui le variabili sono comunque ristrette, com’è possibile indovinare quanto quoterà l’indice Mib30 fra sei mesi o un anno? Eppure ci sono molti analisti che ci provano.
Tra questi qualcuno riesce anche a “centrare” quello che aveva previsto. E diventa famoso.
Nel 1987 Robert Pretcher sosteneva che il mercato sarebbe crollato. Nell’Ottobre dello stesso anno il Dow Jones affondava mentre la fama dell’autore aumentava a dismisura. Non pago, da allora Robert ha continuato a presagire disastri e per quattordici anni filati ha preso pesci in faccia mentre gli indici azionari raggiungevano sempre nuovi massimi storici. Nel 2000 i mercati finalmente (per lui) sono tornati a scendere e ha trovato nuova celebrità: anche stavolta la previsione si è rivelata corretta (seppur con colpevole ritardo).


Quand’era a capo di Publitalia, parlando ai suoi venditori, Berlusconi sosteneva che la gente è di una credulità totale. Aveva ragione.


Gli Etruschi, quando non esisteva ancora il colonnello Bernacca, mischiavano le interiora degli animali per conoscere le condizioni metereologiche. Adesso ci si rivolge ai cartomanti attraverso gli 899: sono cambiati gli strumenti ma l’obiettivo è sempre quello.


Nel nostro settore (no, in tutti, dallo sport alla politica) chi si dimostra capace di prevedere qualcosa, anche per sbaglio, diventa subito un guru e un esperto a cui rivolgere qualsiasi richiesta. Temo di generalizzare ma la maggior parte delle persone ha un desiderio inconscio di sapere in anticipo quello che succederà; in finanza si tratta di capire quando ci sarà un minimo o un massimo e che livello di prezzi verranno toccati in occasione di questi top/bottom.


E’ per questo motivo che tutte le tecniche di analisi tipo Gann, Elliot, Fibonacci, Battleplan, riscuotono un grosso consenso tra gli operatori e anche fra i singoli risparmiatori che vogliono impratichirsi con tutte le novità. Non è più sufficiente cercare di capire dove comprare e dove vendere, no, si vuole andare oltre. Personalmente faccio parte della vecchia scuola che ha abbracciato il suggerimento denominato KISS (l’acronimo di “keep it simple, stupid” e cioè “fai la cosa semplice, stupido!”).


Già risulta difficile e impegnativo cercare di fare trading sui mercati per comprare ad un certo prezzo e rivendere ad un livello più alto con l’obiettivo di portare a casa la pagnotta; mi sembra assolutamente controproducente perdere tempo nella ricerca dei massimi e dei minimi.


I mercati fanno sempre quello che vogliono e fino ad oggi non ho ancora trovato nessuno capace di fare attendibili previsioni. Io mi concentro sul metodo per guadagnare rischiando il meno possibile. Il resto non m’interessa.

 

Scandiano, 1998